1. Chiedere la conversione troppo presto
Molte landing page presentano un pulsante di call‑to‑action (CTA) già nella sezione “hero”. Il problema non è il pulsante in sé, ma il fatto che spesso porta immediatamente a un’altra pagina (per esempio un modulo di iscrizione) senza spiegare adeguatamente l’offerta. Gli utenti arrivano sulla pagina curiosi di sapere di più e si trovano davanti a un modulo da compilare; molti chiudono la pagina e tornano a fare altro. Prima di chiedere un’azione, è importante:
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Presentare il problema del cliente e dimostrare di comprenderne le esigenze.
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Mostrare testimonianze di chi ha già risolto quel problema.
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Solo dopo, proporre la tua soluzione e la CTA.
Se vuoi inserire un pulsante nel hero, fallo scorrere all’interno della stessa pagina (per esempio alla sezione prezzi) o usa un pulsante “Scopri di più” che porti a un video o a un’area “Come funziona”.
2. Mancanza di social proof specifico
La maggior parte delle landing page analizzate non mostra abbastanza testimonianze o recensioni. Perfino le app con decine di recensioni a 5 stelle non le riportano sulla pagina. Le recensioni sono fondamentali perché aiutano gli utenti a capire che altre persone, simili a loro, hanno già ottenuto risultati. Nolan suggerisce di:
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Mostrare tutte le recensioni positive se sono meno di dieci, oppure selezionare le più dettagliate se sono tante.
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Privilegiare testimonianze specifiche, che descrivano il tipo di problema risolto e i benefici ottenuti.
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Un personal trainer, per esempio, dovrebbe condividere recensioni che parlano dei successi raggiunti dai clienti o delle sfide superate.
Più la testimonianza è concreta e contestualizzata, maggiore sarà l’impatto sul lettore.
3. Non presentare le funzionalità del prodotto
Molti marketer ripetono il mantra “vendi benefici, non funzionalità”, ma Nolan sottolinea che è fuorviante. Mostrare solo i vantaggi senza spiegare come vengono erogati fa perdere credibilità. Per illustrare il punto, l’autore cita la presentazione dell’iPod di Steve Jobs nel 2001: Jobs spiegava cosa fosse il prodotto (“un lettore MP3 con qualità CD che contiene 1.000 canzoni”) e poi alternava benefici (“sta in tasca”) e caratteristiche tecniche (“hard disk da 5 GB ultra‑sottile”).
Secondo Nolan, l’80 % delle landing page esaminate non forniva informazioni essenziali su come il prodotto funziona. I benefici stimolano l’emotività, ma le funzionalità aiutano a giustificare la decisione. Per questo, è utile accompagnare ogni beneficio con un elemento concreto che spieghi come viene raggiunto.
4. Titoli deboli o vaghi
I visitatori non leggono ogni parola della tua pagina; scorrono i titoli e si fermano solo se qualcosa attira la loro attenzione. Titoli generici come “Caratteristiche principali” o “Il modo più facile per vendere online” sono troppo vaghi e non solleticano la curiosità. Al contrario, un titolo efficace deve essere specifico o sorprendente. L’autore offre alcuni esempi:
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“Il segreto della produttività non è la disciplina, è la gioia”.
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“Un misurino. Una volta al giorno. Ogni giorno.” (per un prodotto alimentare).
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“Questo matcha è andato esaurito 5 volte”.
Questi titoli suscitano curiosità e convincono l’utente a leggere il paragrafo successivo.
5. Sprecare la sezione hero
La sezione hero (la parte superiore della pagina) è la prima cosa che tutti vedono. È la porzione di pagina con più visibilità e, secondo Nolan, il punto in cui si gioca l’impressione iniziale. Ricerche citate dall’autore mostrano che circa 9 visitatori su 10 abbandonano le landing page, spesso perché sentono di essere nel posto sbagliato. Un hero efficace deve:
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Reassicurare l’utente che è nel posto giusto.
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Includere un titolo chiaro, social proof e un’immagine pertinente.
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Evitare di mostrare solo il logo o il nome dell’azienda, che non aggiungono valore.
Sfrutta quindi questo spazio per comunicare in modo rapido e incisivo cosa offri e perché l’utente dovrebbe restare.
Conclusione
Ottimizzare una landing page significa costruire fiducia e guidare il visitatore verso la conversione. Evitare questi cinque errori — chiedere la conversione troppo presto, non fornire testimonianze specifiche, ignorare le funzionalità, usare titoli deboli e sprecare la sezione hero — può fare una grande differenza. Se vuoi approfondire ulteriormente, puoi leggere l’articolo completo su Medium a questo link.
